Di seggiolini auto e bambini, la sicurezza prima di tutto!
Siamo pronti a partire.
Aurora e Vanessa sono comodamente sedute e allacciate con le cinture di sicurezza sui loro seggiolini.
Vanessa nel suo nuovissimo seggiolino gruppo 2-3 di Nuna, perchè sta diventando grande e anche per lei è giunto il momento di avere un seggiolino “da gradi”.
Si parte!
La nostra è una vacanza in camper, ma le regole sono le stesse: cinture allacciate e seggiolino!
Durante il nostro cammino ci divertiamo a cantare, guardare il paesaggio e le altre macchine che passano.
Ed è proprio allora che vedo, su una macchina che ci incrocia, una bimba in braccio al suo papà.
Fino a qui non dovrebbe esserci nulla di strano, se non il fatto che il papà sta guidando e la bimba, che non arrivava all’anno di età, stava tenendo il volante con le manine e leccandolo come fanno i bimbi piccini.
Sgrano gli occhi: non può essere vero!
“Cosa vuoi che sia” si sarà detto quel papà.
“Cosa potrà mai succedere per percorrere appena 200 metri e arrivare a casa”
Io e mio marito commentiamo quanto visto: non condividiamo di certo l’idea di quel papà.
Siamo una FamigliaInViaggio e ci spostiamo spesso: per una gita, un weekend fuori porta, una vacanza.
E visto che viaggiamo spesso, una delle nostre maggiori preoccupazioni è la sicurezza.
Sì, la sicurezza per noi e le nostre bambine.
Perciò, nonostante i viaggi possano essere lunghi, loro stanno sedute sui loro seggiolini con le cinture allacciate.
Ma il nostro viaggio continua vetro la nostra meta.
E così, dopo aver cantato e guardato la strada,
le bambine si addormentano ed anche io…
Sono le sette del mattino e la sveglia è appena suonata.
La spengo d’istinto e mi alzo faticosamente dal letto, come tutte le mattine in questo ultimo periodo: avrei davvero bisogno di una pausa.
Mi lavo e mi vesto poi corro a svegliare le bambine.
Al mattino i tempi sono sempre ristretti ed ogni minuto è prezioso.
Le lascio sempre dormire il più a lungo possibile, quei cinque minuti che sì, al mattino fanno davvero la differenza.
Però, poi, il patto è che ci si deve preparare senza perdere troppo tempo.
Abbiamo comunque tempo per una colazione tutti insieme seduti prima che ognuno di noi si rechi verso i propri impregni.
Le vesto e le sistemo.
Questa mattina sono da sola perchè mio marito è dovuto andare al lavoro prima.
Non è un problema, capita a volte, e ce la caviamo sempre egregiamente.
Anche questa mattina fila tutto liscio fino a quando Aurora mi comunica di non avermi fatto compilare un foglio da consegnare oggi stesso.
Prendo la penna e lo compilo, rimproverandola per non avermelo dato la sera precedente.
Nel frattempo Vanessa è in bagno a lavarsi i denti e all’improvviso sento un urlo e un pianto.
Abbandono il foglio e la penna e corro in bagno: non è successo nulla di grave, ma Vanessa è bagnata dalla testa ai piedi e non ho idea di come ci sia riuscita.
La cambio, di corsa perchè i minuti passano.
Le infilo le scarpe e la siedo su una sedia in cucina dicendole di non muoversi mentre io finisco di compilare quel foglio.
E’ tardi, è ufficiale!
La scuola non è distante da casa, appena pochi minuti in auto.
Ritirato il foglio in cartella, scendiamo in garage e le faccio salire in macchina.
“Sedetevi sul seggiolino e allacciate le cinture” è la frase che ripeto ogni mattina e che, credo, potrebbero ripetere anche i muri.
Persino Aurora e Vanessa lo sanno e non si lamentano mai di questo.
Ma questa mattina il tempo è davvero tiranno e le situazioni sfavorevoli continuano a verificarsi una dopo l’altra.
Perchè si sa che se la Fortuna è cieca, la Sfiga invece ci vede benissimo!
E oggi sembra avermi davvero presa in simpatia.
Mi si gela il sangue quando Aurora mi comunica:
“Mamma, ma il seggiolino di Vanessa non c’è!”
E’ vero, il seggiolino auto di Vanessa non è al suo solito posto ed in quel momento la mia mente rivive quel fatidico flashback in cui lo avevamo spostato nell’auto di mia mamma che sarebbe dovuta andare a prendere le bambine nel pomeriggio e l’altro è, invece, in quella di mio marito che si trova a soli 50 chilometri di distanza.
Provo a trovare una soluzione, ma niente, non ce ne sono.
E allora faccio quello che mai si dovrebbe fare: faccio sedere Vanessa sull’alzatina di Aurora e le allaccio le cinture e faccio sedere Aurora sul sedile con le cinture allacciate.
“Devo solo fare pochi minuti in auto” mi ripeto come un mantra.
Esco di casa con calma e facendo attenzione. Ma per quanta attenzione io faccia, gli altri automobilisti potrebbero distrarsi per un qualsiasi motivo…
Sento che Vanessa sta giocando con la cintura e se la sfila…
siamo quasi arrivate, decido di non fermarmi a riallacciarla.
E poi… poi una rotonda,
un’auto a tutta velocità,
cerco di scartarla,
ci colpisce.
L’impatto non è così violento,
ma perdo il controllo,
Il buio, vedo solo il buio,
e poi andiamo a schiantarci contro la cancellata di una casa…
Apro gli occhi, il parabrezza è distrutto, sulle mie braccia c’è del sangue.
Non sento altri rumori.
Sono paralizzata dalla paura e non ho il coraggio di voltarmi a controllare le bambine.
La mia mente mi ricorda quel seggiolino che non c’è e quella “clak” che ho sentito quando Vanessa si è persino slacciata la cintura.
Lo faccio, mi volto.
Aurora è al suo posto, nei sui occhi il terrore.
Vanessa è priva di sensi… o almeno spero sia così… non posso immaginare altro, non riesco e non ce la faccio ad immaginare altro.
Ho già seppellito una delle mie bambine e davvero non posso pensare di poterlo affrontare una seconda volta.
Piango e mi slaccio la cintura spostandomi nel retro della macchina per soccorrere le bambine.
In molti vengono a vedere cos’è successo e qualcuno chiama le forze dell’ordine e l’ambulanza.
Vanessa è ancora lì: non si muove, non da’ alcun cenno di vita…
Guardo il suo corpicino immobile e mille pensieri mi passano per la mente.
Gli occhi sono offuscati dalle lacrime… non sarebbe successo se fosse stata al sicuro sul suo seggiolino!
Accidenti alla fretta, accidenti a quel maledetto seggiolino, accidenti a quello sconosciuto in auto, accidenti a tutti!
Ma ciò che mi rimane ora, dopo aver maledetto il mondo, sono solo io che tengo tra le braccia quel corpicino immobile.
Mi risveglio di soprassalto
Il cuore batte all’impazzata. D’istinto mi volto verso le bambine: sono ancora sedute tranquille sui loro seggiolini e si stanno godendo il viaggio.
Non è successo, per fortuna, ma quante storie simili si sentono sempre più spesso?
E quel papà che ha ispirato il mio sogno ne è proprio l’esempio.
Non mi stancherò mai di ripetere che la sicurezza in auto è davvero importantissima.
Perchè a chiunque potrebbe capitare e sinceramente io non me la sento davvero di rischiare la vita di una delle mie bambine.
E parlando di seggiolini auto
I bambini fino a 150 cm di altezza, e fino a 12 anni, sono obbligati per legge a venire trasportati in auto su un apposito seggiolino.
Il seggiolino deve poi essere adatto all’età del bimbo stesso.
Esistono, infatti, 3 gruppi di seggiolini auto che rappresentano le tre diverse fasce d’età e di peso dei bambini .
Il seggiolino auto AACE di Nuna
Noi, con Vanessa, siamo da poco tempo passati al seggiolino auto del gruppo 3 visto che ha superato i 15 kg di peso.
Aurora non aveva mai utilizzato questo tipo di seggiolino, perchè non era ancora obbligatorio. Perciò per lei abbiamo utilizzato l’alzatina.
Ed ora continuiamo con questo sistema di sicurezza perchè la sua altezza lo consente.
La scelta che abbiamo fatto per Vanessa è il seggiolino auto AACE dell’Azienda Olandese Nuna.
La particolarità di questo seggiolino è di “crescere” insieme al proprio bimbo.
Il sistema 3D Growth, una moderna tecnologia, permette a questo seggiolino di regolare l’altezza, la profondità e la larghezza del poggiatesta e del sedile stesso in diverse posizioni.
Ed infine è dotato di agganci isofix .
Noi lo abbiamo testato proprio durante le nostre ultime vacanze viaggiando in camper: promosso a pieni voti!
E tutti voi che state partendo, anche se lo spostamento è breve, ricordate il seggiolino auto per i vostri bambini: davvero volete rischiare la miglior parte di voi?
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